L’Inquinamento Elettromagnetico

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Babina O'Riley
view post Posted on 6/1/2010, 21:46




Che cos'è l'inquinamento elettromagnetico?
I campi elettromagnetici naturali sono le ultime vittime delle alterazioni avvenute nell’ambiente biologico con l’avvento dell’era elettrica fino all’attuale fase tecnologica, in cui l’uso dell’energia nella sua forma elettromagnetica è aumentato notevolmente per via dello sviluppo e della diffusione degli impianti per le telecomunicazioni e delle apparecchiature elettriche; così l’inquinamento elettromagnetico cresce inarrestabilmente sul nostro pianeta, pericoloso ed “invisibile”, celandosi dietro l’ignoranza che circonda il problema e costituendo una seria minaccia per la salute pubblica. I campi elettromagnetici inquinanti sono generati sia in Bassa frequenza che in Alta frequenza, due milioni di volte superiori a quelli del fondo naturale. I campi a Bassa frequenza sono generati dagli elettrodotti, dai trasformatori e dagli elettrodomestici, i campi ad Alta frequenza dalle onde impiegate per le trasmissioni radiotelevisive e per la telefonia mobile. Quest’ultimo settore merita un discorso a parte per i danni causati dall’utilizzo, ormai estremamente diffuso, dei telefoni cellulari e per la presenza nell’ambiente urbano dei ripetitori, i quali determinano l’impatto più dannoso sulla popolazione esposta alle sue onde In quest’ambito gli interessi in gioco sono forti, quindi i gestori degli impianti per le telecomunicazioni, in accordo con amministratori e proprietari d’immobili, non hanno scrupoli nell’istallare impianti ed antenne in prossimità di condomini, approfittando della disinformazione che avvolge la questione, di una legislazione insufficiente e “corrompendo” i condomini con offerte vantaggiose (contratti gratuiti di rete fissa, telefonini in omaggio, sostanziose somme di denaro).

Gli effetti nocivi dell' inquinamento elettromagnetico
Gli effetti nocivi che i campi elettromagnetici determinano sull’organismo umano possono essere suddivisi in due categorie: a breve e a lungo termine. Gli effetti a breve termine maggiormente riscontrati negli individui esposti alle radiazioni sono: micro-scosse, vibrazione dei capelli e della peluria, fino ad arrivare a variazioni del metabolismo, delle funzioni ghiandolari, del sistema immunitario, del sistema nervoso centrale e del comportamento. Gli effetti a lungo termine possono essere suddivisi, a loro volta, in tumorali e non tumorali. Svariati sono gli effetti non tumorali, evidenziati da attendibili studi scientifici: disturbi neurologici, circolatori e del sonno; alterazioni ematologiche, vertigini, depressione, cefalee; limitazione della capacità di apprendimento, perdita di memoria, caduta di capelli, diminuzione della libido.
Per quanto riguarda gli effetti tumorali, l’esposizione a campi elettromagnetici viene associata all'incremento di tumori del sistema nervoso centrale e del sangue (è stato riscontrato un grave rischio per la popolazione infantile, maggiormente soggetta a forme leucemiche a causa della ridotta massa fisica).

La legislazione in materia
La legislazione in materia è ancora incompleta e non affiancata da piani regolatori, come invece è stato disposto in altri paesi. A livello nazionale esiste una legge (Dslg 381/98) che fissa il tetto massimo di esposizione dei campi elettromagnetici ad Alta frequenza: 6 V/m per le zone residenziali, scuole e ospedali, per cui le antenne radio base non possono essere istallate ad una distanza inferiore ai 50 metri dagli edifici. Il decreto demanda alle Regioni una più accurata regolamentazione che è tuttora inadeguata. Le normative vigenti per l’esposizione a campi elettromagnetici a Bassa frequenza sono stabilite da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 23/04/92) , che stabilisce i limiti d’esposizione a 100 microTesla, 500 volte superiori ai limiti indicati dalle recenti ricerche scientifiche: 0,2 microTesla.
Inoltre la maggior parte degli impianti che propagano onde a bassa frequenza, sono fuori norma per le distanze e l’alto limite del campo elettromagnetico!
In preparazione la Legge Quadro che sancisce il principio di cautela, consigliato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono indicative le sentenze di Rimini (maggio 1999 - elettrodotto da 380 kV), di Arese (ottobre 1999 - due elettrodotti alta tensione), di Roma (novembre 1999 - cabina elettrica), che obbligano le compagnie elettriche a risanare situazioni nocive per la salute, e la sentenza della Corte Costituzionale che riconosce alla Regione Veneto di stabilire il limite di esposizione a 0,2 microTesla.

Cosa fare?
Quando si acquista una casa è necessario accertarsi dell’eventuale presenza di linee, cavi o cabine elettriche; antenne fisse per la telefonia cellulare, radar, ripetitori radio / TV. In casa è consigliabile: tenere apparecchi elettrici (segreteria telefonica, radiosveglia, ecc.), ad almeno un metro di distanza dal letto (nella camera in cui si dorme, i fili elettrici non dovrebbero passare dietro la testa); mantenere un metro di distanza dallo schermo di un qualsiasi monitor; utilizzare il phon tenendolo il più possibile distante dai capelli; non posizionare il letto a ridosso di una parete che confina con un quadro elettrico (dove c'è l'interruttore principale); mantenere una distanza di almeno un metro e mezzo dai termosifoni elettrici portatili; cercare di ridurre al minimo i tempi di funzionamento di elettrodomestici come tritatutto, tostapane, frullatori, ecc. Se al condominio è stata fatta richiesta di istallare un’antenna, ricordate che la decisione spetta all’assemblea dei proprietari con una maggioranza di almeno 2/3. Gli inquilini non proprietari possono, in ogni caso, richiedere delle garanzie. Se l’antenna c’è già, è possibile richiedere, a mezzo raccomandata inviata al Sindaco, i certificati di compatibilità sanitaria rilasciati dalla ASL e dalla ISPESL. Ovviamente l’unica possibilità per disinstallare l’antenna, è che le disposizioni di legge non siano state rispettate alla lettera

Tralicci e telefonini: perché fanno male?
Esistono due tipi di campi magnetici:
· quelli a bassa frequenza (tipici degli elettrodotti e degli elettrodomestici),
· quelli ad alta frequenza (legati alle radiotrasmissioni, e dunque ai telefonini, e in genere alle microonde).
In entrambi i casi il meccanismo sostanziale, di base, che provoca i danni all'organismo, è lo stesso: la trasformazione dell'energia elettromagnetica in calore, soprattutto a causa della elevata presenza di acqua nel nostro corpo. Dunque si ha un riscaldamento, o addirittura un surriscaldamento, dei tessuti e dunque delle cellule che li compongono. E' stato calcolato che l'uso di un cellulare per cinque minuti di seguito, è in grado di provocare un aumento di temperatura di un grado, nell'area circostante. In questo modo il meccanismo di termoregolazione dell'organismo viene attivato in maniera artificiale, entra in funzione (per esempio con la vasodilatazione), ma quando il carico termico è eccessivo la cellula soffre, o addirittura muore. Ma in che modo? Ecco alcuni esempi:
1. La permeabilità al calcio della membrana cellulare viene modificata: in questo modo si modifica la sintesi delle proteine all'interno di ogni cellula.
2. All'interno della cellula si possono verificare rotture dei cromosomi, o modificazioni del loro ciclo di duplicazione. E siccome i cromosomi portano il corredo genetico della cellula, cromosomi alterati possono innescare malattie genetiche (per esempio la leucemia).
3. Può diminuire l'attività e l'efficacia dei linfociti T, quelli che attaccano gli antigeni e le cellule cancerose.
4. La concentrazione dell'enzima ornitina decarbossilasi, fondamentale per la crescita cellulare, aumenta in modo imprevedibile. In questo caso, in presenza di cellule già cancerose, il campo magnetico ne accelera lo sviluppo.
5. La epifisi, o ghiandola pineale, nel cervello, (che durante la notte produce l'ormone melatonina) viene stimolata dal campo magnetico proprio come dalla luce solare: blocca cioè la propria attività. Si altera così il ciclo del sonno, e ci sono disturbi dell'umore.

Cellulari: radiazioni bizzarre
La ricerca sui telefoni cellulari, per accertarne la pericolosità, è iniziata a metà degli anni Novanta. Impossibile, dunque, avere dati epidemiologici accurati o risultanze definitive. La migliore sintesi su quanto a tutt'oggi è stato accertato è un rapporto del programma WTR, uno studio di durata settennale, i primi risultati del quale sono stati resi noti nell'agosto scorso.
Tuttavia ricerche sono in corso in tutto il mondo. "Quello che si può dire, in ogni caso, è che gli effetti delle radiazioni emesse dai telefonini sono, se non dannose, quanto meno bizzarre", ha scritto l'anno scorso la rivista inglese New Scientist.
1. Presso l'università di Bristol un gruppo di volontari è stato soggetto a radiazioni identiche a quelle emesse dai cellulari, e contemporaneamente sottoposto a test di attenzione e di memoria. Ebbene, non solo non c'è stato alcun peggioramento a breve termine, ma in alcuni casi i tempi di reazione agli stimoli si sono accorciati. Come se le radiazioni avessero eccitato i collegamenti fra le cellule cerebrali.
2. All'università di Nottingham alle stesse radiazioni sono stati sottoposte larve in fase di crescita di nematodi (particolari vermi dei quali si conosce perfettamente la biologia cellulare): si è notato che la divisione cellulare risultava accelerata. In questo caso, dunque, una crescita abnorme di cellule potrebbe davvero giustificare il timore di sviluppi cancerogeni.
3. All'università di Seattle, dove opera Henry Lai (uno dei pionieri in questo tipo di studi), i cervelli di cavie "trattate" con le microonde hanno prodotto le stesse endorfine che sintetizzavano quando erano sottoposte a situazioni di stress violento. E alla fine degli esperimenti i topi si trovavano nella stessa situazione delle cavie esposte a radiazioni ionizzanti o a sostanze chimiche cancerogene.
4. Alla clinica ortorinolaringoiatrica di Verona, sede di studi avanzati (nel febbraio 2000 è stato impiantato un "orecchio bionico" su un bambino di 4 anni privo del nervo uditivo), l'équipe del professor Vittorio Colletti sta compiendo ricerche sull'effetto del cellulare sul nervo uditivo. Con pazienti (consenzienti) operati a cranio aperto, è stata simulata una telefonata, appoggiando il cellulare sull'orecchio. Si è riscontrato che dopo due minuti di telefonata il nervo uditivo entrava in condizioni critiche, a causa delle variazioni dei suoi potenziali bioelettrici. Condizioni che se si verificano, per esempio, durante un intervento chirurgico, portano alla sua sospensione. La situazione di sofferenza perdurava fino a 7-8 minuti dopo il termine della telefonata. Il professor Colletti sta continuando le sue ricerche: sulla base dell'esperienza, però, raccomanda telefonate brevissime e uso dell'auricolare, "che non annulla, ma almeno riduce, gli effetti delle radiofrequenze".

Il corpo è una pila
Una lampadina da 20 watt. Se fosse possibile collegarla in qualche modo a un atleta che corre, o che gioca al calcio per almeno un'ora, si illuminerebbe grazie all'energia elettrica prodotta dall'organismo. Ma non c'è bisogno di essere atleti: se, ugualmente, fosse possibile "raccogliere" l'energia elettrica generata ogni giorno dal corpo di una persona qualsiasi, si potrebbe tenere acceso ventiquattr'ore su ventiquattro un lumino da 2 watt.

L'elettricità naturale nasce in ogni singola cellula, o meglio, dipende dal potenziale della membrana, cioè dal passaggio di corrente elettrica dall'interno all'esterno di ogni cellula. A dar vita al passaggio sono due liquidi che si trovano nei tessuti:
· il liquido intracellulare, cioè all'interno delle cellule. Rappresenta il 45 per cento del peso corporeo, ed è ricco di ioni, cioè molecole dotate di una carica (negativa o positiva): potassio, magnesio, solfati e fosfati.
· il liquido interstiziale, cioè fra una cellula e l'altra. Rappresenta il 20 per cento del peso corporeo ed è ricco di altri ioni (cloro, sodio e calcio) con carica elettrica diversa da quella del liquido intracellulare.

Le continue reazioni chimiche che avvengono nell'organismo fanno sì che, continuamente, si aprano varchi nelle membrane cellulari, e che le cariche negative e positive dei liquidi entrino in contatto, generando corrente elettrica. Proprio come si il corpo fosse una pila.
Così tutti i tessuti sono percorsi da corrente elettrica, anche le ossa. Solo il tessuto muscolare e quello nervoso sono però eccitabili, o meglio funzionano proprio perché sono sollecitati dalle onde elettriche stesse. I fisiologi hanno anche misurato questa "corrente umana". Nel cervello è di qualche milionesimo di volt per ogni cellula, ma la corrente è ininterrotta, anche durante il sonno. Se non c'è significa che le cellule sono morte, e che "l'elettroencefalogramma è privo di attività elettrica".
Nei muscoli il voltaggio è più alto (100 millesimi di volt per cellula), ma il passaggio di corrente avviene solo quando il muscolo è in azione: ed è proprio l'impulso elettrico a provocare la contrazione del muscolo. Una tipica applicazione diagnostica del potenziale elettrico delle cellule muscolari è rappresentata dall'elettrocardiogramma, un'altra, dalla rilevazione delle contrazioni uterine durante la fase dilatativi ed espulsiva del parto.

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Grazie mille, molto utile
 
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